MAntropologia e Linguaggi dell'Immagine
Italy, Siena
Study location | Italy, Siena, San Niccolò, via Roma, 56 - email: didattica.dispoc@unisi.it |
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Academic field | Social & cultural anthropology (JACS L610) |
Type | Master's Degree, full-time |
Nominal duration | 2 years (120 ECTS) |
Study language | Italian |
Awards | M (LM-1 - Antropologia culturale ed etnologia) |
Application fee | €49.90 per program |
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Entry qualification | Bachelor/Undergraduate diploma (or higher) Il corso è in lingua italiana. Per conoscere i requisiti linguistici: admission.unisi.it/?p=2170 Le conoscenze richieste per l’accesso alla laurea magistrale sono costituite da una solida base generale di ambito umanistico (antropologico, sociologico, storico, filosofico, letterario), certificate dal possesso di un titolo di studio pertinente; un nucleo di competenze nell’insieme dei raggruppamenti disciplinari caratterizzanti il progetto formativo (insegnamenti di discipline artistiche, filosofiche, psico-pedagogiche, orientalistiche, storiche, geografiche, demografiche, economiche e sociologiche, oltre ovviamente, insegnamenti del settore antropologico); è richiesta la conoscenza della Lingua Inglese, come risorsa di base per fare fronte all’ampio ricorso a bibliografie e studi internazionali, ed in previsione del conseguimento del livello B2 come requisito di uscita; è richiesta una competenza informatica di base documentata. Altre misure più prettamente tecniche sono definite in dettaglio nel regolamento didattico del corso, insieme ai criteri di valutazione dei crediti curricolari derivanti da master o da altri titoli di laurea magistrale, alle modalità di verifica delle competenze nei casi in cui la media dei voti di profitto sia inferiore alla soglia prevista di 27/30. The entry qualification documents are accepted in the following languages: English / Italian. Schools and universities usually provide documentation translated into English. If this is not available, an official translation will be required, along with certification of the authenticity of the original documents. Review the documents required for the admission application at this link: admission.unisi.it/?p=1193 Review the documents required for enrollment (upon admission) at the link admission.unisi.it/?p=1193 Upload copies on the application |
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Territory requirements | Applications are accepted from the following territories (based on citizenship): World. |
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Language requirements | English Italian Il corso è in lingua italiana. Per conoscere i requisiti linguistici: admission.unisi.it/?p=2170 |
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Other requirements | A statement of purpose must be added to your application. please write in italian |
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More information |
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Overview
Il corso di laurea magistrale in Antropologia e linguaggi dell’immagine offre la possibilità di una specializzazione pienamente disciplinare, grazie alla presenza di una differenziata offerta di insegnamenti antropologici che vertono sui temi emergenti della contemporaneità, e allo stesso tempo di praticare percorsi interdisciplinari, in particolare quelli rivolti alle pratiche artistiche, comunicative e allo studio delle rappresentazioni culturali, sperimentando un originale intreccio con l’area dei visual studies, grazie agli apporti della semiologia, della sociologia qualitativa, delle discipline dello spettacolo.
Program structure
Il corso si articola in due curricula:
- ANTROPOLOGIA DELL’IMMAGINE E DELLO SPETTACOLO
- ANTROPOLOGIA E RICERCA SOCIALE
Classe MUR: LM-1 – Antropologia culturale ed etnologia
Durata: 2 anni
Crediti: 120
Lingua: italiano
Career opportunities
Antropologo culturale
funzione in un contesto di lavoro:
La marcata propensione teorica ed analitica del percorso di formazione dell’antropologo culturale, ne fa, dal punto di vista professionale, una figura capace di affrontare una gamma relativamente ampia di responsabilità, sia per i campi o terreni di intervento che per il livello di operatività che può andare dallo studio alla pianificazione/ realizzazione di un intervento nella realtà concreta.
L’impronta analitica della formazione prevalentemente teorica, si riverbera in una elevata trasferibilità delle competenze – entro ambiti sociali, geografici, culturali anche molto differenziati- ed in una spiccata attitudine alla complementarità con altri saperi, sia di carattere teorico che gestionale e/o tecnico/operativo.
L’ampiezza della gamma di possibilità occupazionali oscilla secondo la specializzazione prescelta dal laureato all’interno della proposta formativa complessiva, e può andare dall’operatore nell’ambito delle rappresentazioni culturali – produzioni artistiche e performances culturali – all’operatore nella cooperazione internazionale e nelle politiche sociali.
Se semplifichiamo identificando in questi due ambiti – il lavoro culturale, da un lato, e l’intervento nel sociale, dall’altro – le principali direttrici dell’occupazione antropologica, la funzione che ne risalta è quella di un esperto nella decodifica delle pratiche, delle logiche e delle politiche dell’azione di volta in volta in questione, capace di agire riflessivamente (partecipazione osservante, ricerca/azione) così come di documentare/analizzare le azioni o i processi che debbono essere orientati o conosciuti (osservazione partecipante, attitudine comparativa, approccio olistico e abilità connettive di micro analisi con macro contesti). L’antropologo culturale che ha tradotto professionalmente le sue competenze scientifiche è risorsa preziosa per enti ed istituzioni che si propongono obiettivi creativi ed innovativi ed allo stesso tempo concreti, quanto possono esserlo un museo della cultura locale, un servizio per la cura di soggetti sociali deboli o svantaggiati, un intervento di riqualificazione economica di un’area marginale. Le professionalità che sovente convergono nelle varie tappe, dalla ideazione, allo studio di fattibilità, alla realizzazione, al follow up, possono trovare nella presenza dell’antropologo debitamente specializzato, un efficace medium professionale tra ambiti e saperi, tra esigenze e rappresentazioni del reale non sempre conciliabili.
competenze associate alla funzione:
Capace, per la componente empirica ed esperienziale della sua formazione, di interagire con il reale costituito, fino a potersene assumere la gestione e l’orientamento, da un lato, e portato alla riflessione analitica, in chiave marcatamente auto-riflessiva, dall’altro, l’antropologo esercita, di fatto e ove l’inquadramento organizzativo e la divisione del lavoro glielo consentono, una funzione guida ed una guida per l’azione. Il percorso formativo della LM1, pertanto, lascia agli studenti, la massima libertà di scegliere, tra le specializzazioni che la sede può offrire, quella che più si attaglia a vocazioni e talenti individuali, proponendo così figure anche molto differenziate ad un altrettanto variegato mondo del lavoro. Per l’operatore delle culture locali, capace di progettare e/o gestire politiche di promozione culturale, di rilancio di saperi e/o filiere produttive locali, l’orientamento verso l’antropologia del patrimonio e della performance, confina con le competenze degli operatori dello spettacolo, degli organizzatori di eventi, di direttori di programmi culturali. L’antropologo in questo caso metterà a frutto il sapere e di saper fare nella produzione di immagini, di rappresentazioni culturali e di installazioni comunicative ed artistiche. Per l’operatore nei processi di sviluppo, o di politiche di recupero della marginalità, il sapere antropologico confina con le professioni del servizio sociale, con gli economisti dello sviluppo, con i consulenti familiari, con gli scienziati delle pratiche partecipative, ed in questo caso i saperi medico/sanitari, da un lato, gli specialismi psicologico/psichiatrico, definiscono i poli di un continuum professionale che la formazione teorica rende “concreto” senza disattivarne le potenzialità autocorrettive ed autoformative.
sbocchi occupazionali:
Gli sbocchi occupazionali si configurano certamente entro un’area di elevata specializzazione che, al presente, appare in costante crescita, pur se nelle forme di flessibilità e di esportabilità delle competenze che rendono l’insieme di questi profili difficilmente misurabile sul piano statistico quantitativo. Il follow up dei laureati nelle precedenti lauree specialistiche e nella laurea interclasse da cui il corso attuale ha tratto la propria origine, consente di apprezzare un ampio riscontro occupazionale sul medio periodo, dal quale possono essere estrapolati gli sbocchi che seguono.
I laureati magistrali, secondo il percorso di approfondimento individuale perseguito, potranno proporsi per incarichi di elevato contenuto professionale presso gli enti pubblici e presso istituzioni di natura privata che operano nel campo del patrimonio culturale, del patrimonio artistico, della gestione museale e archivistica, della tutela dei beni demo-etnoantropologici, della valorizzazione dei saperi e delle competenze espressive tradizionali. I laureati magistrali che avranno approfondito il versante di antropologia dell’immagine e dello spettacolo, potranno, in alternativa, accedere agli ambiti occupazionali della progettazione espressiva, della produzione artistica e delle varie attività creative e dello spettacolo.
I laureati magistrali potranno altresì assumere incarichi di elevato livello professionale presso gli enti pubblici, le organizzazioni di volontariato e di sostegno allo sviluppo, governative e non governative, ove contribuire con i metodi conoscitivi e l’armamentario critico della formazione multidisciplinare che costituirà il loro bagaglio professionale.
La laurea magistrale apre, ovviamente, al settore della ricerca, consistente sia nella ricerca universitaria pubblica che in quella sostenuta da fondazioni ed enti privati.
Per i laureati nella classe magistrale LM- 1, è aperto, infine, il settore del volontariato e dell’intervento pubblico nel sociale, per quanto concerne enti che si interessino ai fenomeni quali i flussi migratori e le politiche dell’accoglienza e di controllo dei processi di esclusione (razzismo, discriminazione di genere) e di dipendenza (forme di accesso al lavoro, alla rappresentanza politica). Saranno interessati a tali competenze anche le istituzioni che presiedono ai processi positivi di valorizzazione dei fenomeni di ibridazione (integrazione scolastica, di quartiere) di affermazione di nuove soggettività sociali e nuove forme di vissuto familiare e collettivo, di valorizzazione dei patrimoni comunicativi ed espressivi della tradizione culturale popolare e di base.
Gli sbocchi professionali possono, in sintesi essere identificati nelle istituzioni culturali e di ricerca (fondazioni, istituti privati e università), oltre che negli organismi (governativi e non governativi) di cooperazione, nelle associazioni di volontariato sociale e culturale, nel giornalismo scientifico, nell’editoria, nel turismo culturale, negli enti di promozione territoriale, nella progettazione espressiva sia nell’ambito sociale che in quello dell’industria culturale. La duttilità della formazione proposta è solo parzialmente rappresentata nella codificazione degli sbocchi professionali così come prevista dai codici Istat. Il riepilogo che segue è pertanto da considerare come una generica e incompleta ricognizione di un ambito di specializzazione professionale che si distribuisce su più ambiti, dall’informazione al mercato culturale, dalla cooperazione allo sviluppo e agli enti locali. La formazione magistrale offerta consente di accedere a dottorati di ricerca specifici per l’area antropologica e per le aree di intersezione disciplinare (semiotica, dello spettacolo, della psicologia cognitiva) e pertanto di aspirare ad un futuro accesso ai ruoli della Docenza Universitaria, nell’ambito delle scienze umane, così come, sulla base dell’esperienza pregressa, a posizioni di Dirigente di organizzazione culturale o di Dirigente di organizzazione umanitaria .
Central European Time
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Admission opening soon
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